giovedì 22 settembre 2011

Dialoghi: Sequenza tratta da "Le conseguenze dell’amore"

La rubrica Dialoghi torna alla carica, e come prima scena della nuova stagione del blog vi propone un dialogo tratto da un film italiano molto bello, Le conseguenze dell’amore di Paolo Sorrentino. Protagonista assoluto è Toni Servillo nei panni di Titta Di Girolamo, un uomo che vive solo in una stanza d’albergo del Canton Ticino da otto anni, e soffre d’insonnia. Queste sono le poche informazioni date allo spettatore all’inizio del film. La vita del signor Di Girolamo sembra quella di un automa: tutte le settimane compie le stesse azioni agli stessi orari, mai uno sgarro. Qualcosa comincia ad incrinarsi nel suo assoluto rigore esistenziale quando una donna entra nella sua vita, e lo porta a scrivere su un cartoncino le parole che danno il titolo al film: “progetti per il futuro: non sottovalutare le conseguenze dell’amore”.

Il dialogo che segue vede come protagonista il nostro alle prese con l’albergatore dell’hotel.


ALBERGATORE: Puntuale come sempre.

TITTA DI GIROLAMO: Siamo in Svizzera, no?

ALBERGATORE: Mhmh…

TITTA DI GIROLAMO: C’è qualche problema?

ALBERGATORE: Un cliente dell’albergo viene da me e mi dice: “Quel suo cliente, Di Girolamo, non è vero che fa l’intermediario finanziario, mente.” “E con questo?” gli dico. “E’ una cosa sospetta - dice lui - si dovrebbe indagare”. E’ a questo punto che gli ho dato la mia risposta. Una risposta che avrebbe fatto inorgoglire qualsiasi direttore d’albergo. La vuole sentire?

TITTA DI GIROLAMO: Sono pronto.

ALBERGATORE: Gli dico: “Gentile cliente, il dottor Titta Di Girolamo paga puntualmente la sua stanza ogni primo del mese da otto anni a questa parte. Ma non paga solo una stanza o una pensione completa… nel prezzo della stanza è compreso un altro servizio: la discrezione.” Questo gli ho risposto.

TITTA DI GIROLAMO: Una risposta notevole.

ALBERGATORE: Eh sì, è vero. Tuttavia, mi è rimasta una curiosità personale. Si insomma, lei, che lavoro fa veramente?

TITTA DI GIROLAMO: Lei è una persona troppo intelligente per non sapere che ogni uomo ha un suo segreto inconfessabile. Facciamo così, lei mi racconta il suo segreto più inconfessabile, il più recondito, e io le racconto il mio.

ALBERGATORE: Lei sarebbe un magnifico giocatore di poker. Ha il volto immobile…

TITTA DI GIROLAMO: Lei sta prendendo tempo.

ALBERGATORE: Ho rubato un paio di sci. Si, parecchio tempo fa, in montagna, fuori da un rifugio. E poi un’ora dopo stavo risalendo e ho incrociato con lo sguardo un tizio che scendeva giù in seggiovia, era infuriato. Aveva gli scarponi ai piedi, aveva le racchetta ma non aveva gli sci. Aveva una faccia talmente antipatica… non mi sono affatto sentito in colpa. Adesso tocca a lei.

TITTA DI GIROLAMO: Avrò avuto vent’anni, ero in cucina con il mio fratellastro di un anno, dovevo controllare se la sua pastina era troppo calda. La assaggio, era tiepida. Faccio anche un’altra scoperta, era molto buona. Una gran pastina al pomodoro. Io m’ingozzo avidamente davanti a lui mentre lui piange dalla disperazione. Ma credo che sarà sopravvissuto al digiuno di quel giorno.

ALBERGATORE: Mi sono divertito molto.

TITTA DI GIROLAMO: Anch’io.

Marco


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