venerdì 18 febbraio 2011

Film della settimana: The Sraight Story


Di David Lynch

Con Richard Farnsworth, Harry Dean Stanton, Sissy Spacek

The Straight Story si inserisce nel “filone narrativo” della cinematografia di David Lynch, inaugurato da The Elephant Man nel 1980 e continuato dieci anni dopo con Wild at Heart, a conferma del fatto che la sperimentazione di forme linguistiche nuove e strettamente personali (o lynchane, come si suol dire) si accompagna spesso al bisogno di tornare a una narrazione classica, fedele ai canoni tradizionali del montaggio “invisibile”. Se la struttura narrativa del precedente Lost Highways ricorda la forma paradossale del nastro di Mobius, come hanno notato sfilze di critici, semiologi e tuttologi, qui la linearità della storia è chiara e definita fin da subito, come peraltro suggerito dal titolo: parte da un paesino dell’Iowa e arriva a Mont Zion, nel Wisconsin.

Per dare una misura della bellezza della storia è sufficiente ricordare ciò che succede all’inizio del film: Alvin Straight, un vecchietto a cui è stato da poco diagnosticato un male difficilmente curabile, riceve una telefonata dal fratello Lyle che non vede da moltissimi anni causa un banale litigio irrisolto. Lyle porta brutte notizie, ormai non gli rimane molto da vivere. Alvin vorrebbe vederlo un’ultima volta, ma è privo sia di patente che di automobile e il fratello vive a centinaia di chilometri di distanza, e di farsi accompagnare da qualcuno non ne vuole proprio sapere. Preso da un momento di sconforto getta un occhio fuori dalla finestra che da’ sul giardino, dove ad attendere il suo sguardo c’è un bellissimo trattorino tosaerba mezzo scassato. Ebbene sì, userà proprio questo rottame come mezzo di locomozione per raggiungere Lyle nel Wisconsin, affrontando un viaggio alla velocità massima di 5 miglia orarie.

Particolare da non trascurare, The Straight Story racconta un fatto realmente accaduto in America nel 1994 al settantatreenne Alvin Straight. L’interpretazione di Richard Farnsworth, qui alla sua ultima apparizione cinematografica, rimarrà nei secoli tra le più memorabili e disarmanti che il cinema ricordi.

Lo trovate al numero 517 della videoteca.

Marco

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