martedì 8 marzo 2011

Monologhi: Margaretha Krook a.k.a. la dottoressa

Il secondo capitolo della rubrica Monologhi è tratto da una scena di Persona, film sperimentale di Ingmar Bergman del 1966, e vede come protagonista Margaretha Krook nei panni della dottoressa di un ospedale psichiatrico svedese.

L’attrice Elisabeth Volger, personaggio interpretato da Liv Ullmann, ha una crisi isterica sul palcoscenico durante la rappresentazione dell’Elettra: è vinta da un inspiegabile mutismo improvviso che la porta ad abbandonare il lavoro e a rinunciare alle relazioni con gli altri. Ricoverata in ospedale per accertare il suo stato di salute, risulta completamente sana sia di fisico che di mente. La dottoressa che la cura capisce la natura volontaria del comportamento di Elisabeth, e si rivolge alla donna in questo modo:

Credi che non ti capisca? Tu insegui un sogno disperato, questo è il tuo tormento. Tu vuoi essere, non sembrare di essere. Essere in ogni istante cosciente di te, e vigile. E nello stesso tempo ti rendi conto dell’abisso che separa ciò che sei per gli altri da ciò che sei per te stessa. Provoca quasi un senso di vertigine il timore di vedersi scoperta, vero? Di vedersi messa a nudo, smascherata, riportata ai suoi giusti limiti. Poiché ogni parola è menzogna, ogni gesto falsità, ogni sorriso una smorfia, qual è il ruolo più difficile? Togliersi la vita? Ma no, sarebbe poco dignitoso, meglio rifugiarsi nell’immobilità, nel mutismo, si evita di dover mentire. Oppure mettersi al riparo dalla vita, così non c’è bisogno di recitare, mostrare un volto finto e fare gesti voluti. Non ti pare? Questo è ciò che si crede. Ma non basta celarsi, perché vedi la vita si manifesta in mille modi diversi, ed è impossibile non reagire. A nessuno importa sapere se le tue reazioni sono vere oppure false, sincere oppure bugiarde, solo a teatro il problema si rivela importante, e forse neanche lì. Io ti capisco Elisabeth, capisco il tuo silenzio, questa tua immobilità, e perché tu abbia elevato a sistema di vita la tua assurda apatia. Capisco, e quasi ti ammiro. Secondo me dovresti continuare a recitare la tua parte fino in fondo, finché essa non perda ogni interesse e abbandonarla così come sei abituata a fare, passando da un ruolo all’altro.

Qui trovate, uno accanto all'altro, il monologo in lingua originale e quello doppiato in italiano.

Marco

1 commento:

LaRaFFa ha detto...

Bellissimo! Grazie.