Oggi la rubrica Dialoghi propone una scena tratta da un film famosissimo, The Hours, scritto da David Hare e diretto da Stephen Daldry nel 2002. Il film racconta le vite di tre donne vissute negli Stati Uniti in tre diversi momenti del Novecento: gli anni Venti, gli anni Cinquanta e la fine degli anni Novanta.
Il filo rosso che unisce le storie di Virginia, Laura e Clarissa (interpretate da Nicole Kidman, Julianne Moore e Meryl Streep) è un libro scritto da Virginia Woolf nel 1925, Mrs Dalloway.
Il dialogo che segue appartiene alla storia di Laura Brown.
KITTY: C’è nessuno? C’è nessuno? Laura?
LAURA: Ciao Kitty.
KITTY: Ciao, ti disturbo?
LAURA: Assolutamente no, vieni.
KITTY: Ti senti bene?
LAURA: Ma certo.
KITTY: Ciao Richie!
LAURA: Siediti, sto facendo il caffè. Ne vuoi una tazza?
KITTY: Perché no. Oh guarda, hai fatto una torta?
LAURA: Lo so, è venuta male. Speravo che venisse bene. Io speravo che venisse meglio di così.
KITTY: Laura non capisco cosa ci trovi di difficile. Chiunque è capace di fare una torta. Tutti le fanno, è una cosa facilissima. Scommetto che non hai nemmeno unto il tegame.
LAURA: L’ho unto il tegame.
KITTY: D’accordo. Comunque, tu hai altre doti. E ben ti ama tanto che non si accorgerà neanche, qualsiasi cosa tu faccia dirà che è meraviglioso. Beh è vero scusa.
LAURA: Rachel ha un compleanno?
KITTY: Certo che ce l’ha!
LAURA: E quando?
KITTY: A settembre. Andiamo al Counrty Club, andiamo sempre al Country Club. Beviamo Martini e passiamo la giornata con cinquanta persone.
LAURA: Hai tanti amici.
KITTY: Sì.
LAURA: Avete tutti e due tanti amici. Vi riesce bene. Come sta Ray? Non lo vedo da un po’.
KITTY: Sta bene. Che ragazzo incredibile.
LAURA: Lo puoi dire forte. Sono tornati dalla guerra. Se lo sono meritato., dopo tutto quello che hanno passato.
KITTY: Cosa hanno meritato?
LAURA: Non lo so, noi forse. Tutto questo.
KITTY: Ah, stai leggendo un libro.
LAURA: Sì.
KITTY: E di che cosa parla?
LAURA: Parla di una donna incredibilmente… un’ospite perfetta e incredibilmente sicura di quello che fa. Deve dare una festa, e forse proprio perché è così sicura tutti credono che sta bene, invece non è vero. Così…
KITTY: Beh,
LAURA: Kitty che c’è, qualcosa non va?
KITTY: Io… devo andare in ospedale per un paio di giorni.
LAURA: Kitty.
KITTY: Si sai, c’è una specie di escrescenza nel mio utero e devono entrare a dare un’occhiata.
LAURA: Quando?
KITTY: Oggi pomeriggio. Daresti da mangiare al cane?
LAURA: Ma certo. Sei venuta solo per chiedermi del cane? Cos’ha detto il dottore con esattezza?
KITTY: E’ probabile che fosse questo il problema per rimanere incinta. Io sono molto… veramente felice con Ray. E ora l’idea che ci fosse una ragione per cui non riuscivo ad avere figli… sei fortunata Laura, una non si sente realizzata come donna se non è madre. Nella vita, per ironia, ho sempre saputo fare tutto. Ovvero, sono riuscita a fare tutto sul serio, tranne l’unica cosa che volevo. Tutto qui.
LAURA: Se non altro ora potranno intervenire.
KITTY: Certo, è quello che vogliono fare.
LAURA: Certo.
KITTY: Non sono preoccupata. A che serve preoccuparsi.
LAURA: No, non controlli niente tu.
KITTY: Eh già, il controllo ce l’ha un medico mai nemmeno visto in vita mia. Un chirurgo che probabilmente beve più Martini di Ray.
LAURA: Kitty…
KITTY: E poi sono preoccupata per Ray.
LAURA: Kitty, vieni qui.
KITTY: Io sto bene, davvero.
LAURA: Lo so, lo so che stai bene.
KITTY: Semmai sono preoccupata per Ray che una cosa così lui non ce la fa…
LAURA: Lascialo perdere, lascialo perdere.
KITTY: Sei dolce. Sai come si fa, vero? Mezza scatoletta la sera e controlli l’acqua ogni tanto. Ray ci penserà al mattino.
LAURA: Kitty, ti è dispiaciuto?
KITTY: Cosa? Non mi è dispiaciuto cosa?
LAURA: Vuoi che ti accompagni?
KITTY: Sai, forse mi sento meglio se vado da sola.
LAURA: Kitty andrà tutto bene vedrai.
KITTY: E’ chiaro. Ciao.
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