martedì 10 maggio 2011

Monologhi: Anna Karina a.k.a. Nana

Dopo il successo di A bout de souffle, uno dei capisaldi della nouvelle vague, Godard nel 1962 scrive e dirige Vivre sa vie (tradotto in italiano col titolo Questa è la mia vita), un film che non segue una linea narrativa tradizionale ma è strutturato in 12 capitoli tra loro giustapposti.

I dodici quadri, o tableaux, raccontano diversi aspetti della vita di Nana Kleinfrankheim, personaggio interpretato Anna Karina (all’epoca moglie di Godard), una giovane aspirante attrice che non riesce ad entrare nel mondo dello spettacolo e per questo si trova costretta ad entrare nel giro della prostituzione.

Il breve monologo estratto dal film ruota attorno ad alcuni problemi esistenziali di Nana.


Io credo che siamo sempre responsabili delle nostre azioni. E liberi. Alzo la mano, sono responsabile. Giro la testa a destra, sono responsabile. Sono infelice, sono responsabile. Fumo una sigaretta, sono responsabile. Chiudo gli occhi, sono responsabile. Dimentico di essere responsabile, ma lo sono. No, è quello che ti dicevo prima. Voler evadere è un’illusione. In fondo, tutto è bello. Basta interessarsi alle cose e trovarle belle. Sì, in fondo le cose sono come sono e nient’altro. Un volto è un volto. Dei piatti sono dei piatti. Gli uomini sono gli uomini. E la vita, è la vita.

Marco

Nessun commento: