giovedì 19 maggio 2011

Monologhi: Woody Allen a.k.a. Sandy Bates

Di monologhi Woody Allen è maestro indiscusso, e forse il più prolifico. Da Prendi i soldi e scappa a Basta che funzioni il genietto di New York si è reso celebre nel creare personaggi strampalati, eccentrici e logorroici, che ricorrono a estenuanti monologhi per esprimere il loro pensiero sulla vita, sull’amore e sulla morte.

In Stardust Memories, film del 1980, Woody Allen è Sandy Bates, un regista che sta attraversando un lungo periodo di crisi creativa ed esistenziale. E’ follemente innamorato di Dorrie, la sua musa, una figura sfuggente e instabile, che lo destabilizza non poco.

Il monologo della scena è dedicato proprio a lei, e racconta un breve momento di felicità vissuto inaspettatamente da Sandy una domenica mattina.


Cercavo qualcosa che desse un senso alla mia vita e un ricordo attraversò la mia mente. Era una di quelle splendide giornate di primavera, era domenica, sentivi che l’estate era in arrivo. Ricordo che quella mattina con Dorrie eravamo andati a fare un giro nel parco. Tornammo a casa, ce ne stavamo seduti qua e là... e io misi un disco di Louis Armstrong, una musica che amo, ci sono cresciuto insieme, era molto carina. E mi successe di alzare lo sguardo e vidi Dorrie lì, e mi ricordo che pensai dentro di me che era magnifica e quanto l’amavo. E non lo so, credo che fosse tutto l’insieme, il suono di quella musica, e la brezza, e come vedevo bella Dorrie, e per un breve momento tutto sembrò fondersi perfettamente e io mi sentii felice, quasi indistruttibile in un certo senso. E’ buffo, quel semplice e breve momento di contatto mi commosse in un modo così profondo.

Marco


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